Silvio Moser - Pilota indipendente

Silvio Moser è considerato il primo grande pilota ticinese, il primo che abbia corso su una Formula 1, un entusiasta che ha saputo trasmettere la sua passione ad una vasta cerchia di amici che, nei primi anni ’60 del secolo scorso, si erano riuniti in quel club di giovani piloti e amanti dello sport dei motori denominato SAR Ticino.

Silvio Moser

Pilota automobilistico svizzero
Zurigo 24 aprile 1941 – Locarno 26 maggio 1974

  • Categorie: F3, F2, F1, Formula GT, Formula SP
  • Miglior risultato: Vittoria assoluta alla Temporada Argentina del 1964. Sempre nel 1964 vinse a pari merito con Jackie Stewart la coppa europea di Formula 3. In Formula 1 andò a punti nel GP dei Paesi Bassi del 1968 e il GP degli Stati Uniti del 1969.
  • Carriera in Formula 1

  • Stagioni: 1966-1971
  • Automobili: Cooper ATS, Brabham BT20, Brabham BT24, Bellasi F1-70
  • GP disputati: 19 (12 partenze)
  • Punti conquistati: 3
  • GP dei Paesi Bassi 1968 (Zandvoort): 5ª posizione (2 pt)
    GP degli Stati Uniti 1969 (Watkins Glen): 6ª posizione (1 pt)

I primi passi verso il successo

Moser, da sempre appassionato di corse, iniziò la sua carriera all’inizio degli anni ’60 correndo con l'Alfa Romeo. Approdò alle monoposto nel 1964, riscuotendo molto successo sia nel campionato europeo di Formula 3 (che concluse a pari punti con Jackie Stewart) e per le vittorie in Temporada Argentina.

Nato a Zurigo, si trasferì fin dall'infanzia in Ticino con i genitori a Vaglio dove suo padre aprì un negozio d'antiquariato rustico.
Fin da giovanissimo Moser si mostrò particolarmente interessato ai motori a alle corse, alle quali iniziò a partecipare non appena possibile.
Egli fece altresì parte di un gruppo di appassionati che si è creato intorno a Tommy Spychiger.

Tommy Spychiger al volante della sua Abarth.



Tommy Spychiger, oltre a essere un grande pilota svizzero, era proprietario del Bar Galleria, collante di tutti gli appassionati ticinesi d’automobilismo.
Inizialmente Silvio Moser gli portava le macchine da corsa sui percorsi di gara. In contropartita Tommy lasciava correre Silvio con le macchine da traino e lui vinceva.



Febbraio 1964, Autodromo Municipal di Buenos Aires. Silvio Moser trionfatore della Temporada con Guglielmo Bellasi, Geki Russo, Gianni Pedrazzini e Karl Foitek.



Particolarmente felice fu già la stagione del 1964 per le vittorie alla Temporada Argentina e al campionato europeo di Formula 3, che egli concluse a pari merito con Jackie Stewart.



L'avventura in Formula 1

I successi ottenuti nelle categorie cadette lo aiutarono a coronare il sogno della sua vita: correre in Formula 1. Debuttò il 15 luglio 1967 a Silverstone, ma prima di allora cercò di qualificarsi per il GP di Germania dell’anno precedente su una Brabham-Cosworth BT16 di Formula 2, il cui motore si ruppe nelle prove libere.

Moser fu il primo ticinese a conquistare punti nel campionato mondiale di Formula 1, negli anni dal 1967 al 1971.

I piloti prima del Gp di Francia del 1969. Da sinistra: Jean-Pierre Beltoise, Bruce McLaren, Vic Elford, Silvio Moser, Chris Amon, Jo Siffert, Jochen Rindt, Jackie Stewart e Piers Courage.



Un fattore determinante della carriera fu la cronica mancanza di fondi. Inizialmente il Team elvetico di Charles Vögele, che l'aiutò alla conquista di un Campionato Svizzero, gli permise il debutto in Formula 1 nel 1967. Da qui in poi, Moser corse in F1 sempre da pilota "privato", fino ad arrivare ai primi punti in classifica con un clamoroso quinto posto al Gran Premio d’Olanda del 1969.

Costretto dai nuovi regolamenti, assieme a un luganese espatriato a Novara, Guglielmo Bellasi, nel 1970 Moser si buttò nella costruzione di una propria monoposto, la Bellasi appunto, che gli permise alcune apparizioni in campionato senza però grande fortuna.

2nd August 1970 - German Grand Prix Hockenheim, Germany - Silvio Moser (Bellasi F170-Ford)

Storie di competizione, coraggio e amicizia

Silvio Moser è considerato il primo grande pilota ticinese, il primo che abbia corso su una Formula 1, un entusiasta che ha saputo trasmettere la sua passione ad una vasta cerchia di amici che, nei primi anni ’60 del secolo scorso, si erano riuniti in quel club di giovani piloti e amanti dello sport dei motori denominato SAR Ticino.

Bettosini, Pessina, Moser, Regayyoni, Sgroi al Ristorante Galleria



Moser, con Aldo Pessina e Pablo Foletti, organizzò nel 1967 la prima edizione di Esposauto - mostra del settore delle auto da corsa e di serie che si tenne ogni biennio a Lugano fino al 1997. Clay Regazzoni si aggiunse a loro nel 1971 formando un consolidato team di amici.

Tonino Nicodemi, Silvio Moser, Pablo Foletti, Giampiero Moretti e Clay Regazzoni sul palco di Esposauto 1973.

Testimonianze

Attuali nella memoria di coloro che lo hanno amato, di chi ha condiviso la fantastica avventura della sua breve vita di corridore automobilistico. Quarant’anni in silenzio sono molti. Certi ricordi si assopiscono e molti non hanno conosciuto Silvio Moser o non sanno chi fosse.

Aldo Pessina

Ex pilota e amico di Silvio Moser.

Ho cercato di ricostruire episodi e gesta con l’aiuto di amici di quegli anni ses-santa e settanta quando correre in macchina era tanto diverso da apparire, oggi, incredibile. Ma era realtà saldare una sospensione danneggiata in prova con il Castoline, turare una falla del radiatore con la cicca americana, avere pinze e fil di ferro nella cassetta degli attrezzi, attraversare mezza Europa la domenica sera dopo la corsa per essere al lavoro il lunedì mattino.

Guglielmo Bellasi

Ex pilota e costruttore automobilistico

Moser lo conoscevo bene, perchè corravamo insieme ai tempi della F.1. Era un buon pilota. La questione era semplice: lui gareggiava in F.1 con una vecchissima Brabham Bt24 ex Frank Williams. Dalla Brabham avrebbe salvato motore, cambio, freni e ruote, mentre a metoccava realizzare ex novo scocca e sospensioni. Di fatto assemblando il tutto si dava vita a una nuova F.1, chiamata appunto Bellasi F1-70.

Sir Jackie Stewart

Ex pilota, tre volte campione del mondo di F1

Domino le prove finché all’ultimo momento… non mi ci si mette davanti Silvio Moser? Toh, ancora lui! Siamo entrambi in prima fila e tutto lascia presagire una bella battaglia.

Tonino Nicodemi

Ex pilota e compagno di team di Silvio Moser

...il mio entusiasmo era dovuto alle performance eccellenti che Moser riusciva ad esprimere su quella pista impegnativa, adatta solo a piloti di caratura superiore.

Dedo Tanzi

Giornalista e corridore

«Bar Galleria», centralissimo ritrovo di Lugano in cui tutti i piloti – quelli veri o quasi – del Cantone avevano l’abitudine di ritrovarsi, la sera di ogni giovedì, per poter discutere, raccontare, parlarsi addosso –insomma – di piloti, di auto da corsa, di auto truccate, di slalom e di rally «nostrani»!

Bruno Pescia

Ex pilota

Grazie a un secondo consiglio, a Monza vinco una gara. «Tutti sanno che se entri in parabolica in testa alla gara all’ultimo giro con un avversario che ti sta sotto, lui vince grazie all’uscita dalla scia prima dell’arrivo. Tu fai così, alza il braccio in mezzo alla Parabolica e il problema è risolto» mi dice Silvio. Detto fatto.

Un ricordo speciale

Beat Schenker

La persona più vicina a Silvio Moser durante la sua carriera sportiva.

A Beat dobbiamo molto per il significativo contributo nella raccolta di materiale su Silvio Moser. Attivamente impegnato nella comunità automobilistica online, Beat ha creato il primo sito web interamente dedicato al pilota, arricchito con citazioni e dettagli tecnici esclusivi noti solo a lui. Per esplorare queste pagine appassionate, ti invitiamo a visitare il seguente link: Silvio Moser car racing

Beat Schenker

Zurigo, 1943 – Lugano, 24 dicembre 2019

  • Gugliemo Bellasi dice di lui: "Beat Schenker, svizzero-tedesco, una persona straordinaria, senza la quale tutta l'avventura Bellasi in F.1 non avrebbe avuto mai il seguito che ha avuto. Beat da subito si mostra preparatissimo, serio, addirittura maniacale, concreto e capace di fare tutto, Per certi versi è un meccanico nobilmente all'antica, per il quale nulla è impossibile. E infatti, se portiamo a termine la monoposto, devo dire bravo anche e soprattutto a lui.



Tratto dall'articolo dedicatogli da Aldo Pessina sul Corriere del Ticino del 07/01/2020.

Beat Schenker, meccanico d’altri tempi rifugiatosi nella memoria

Erano gli anni ‘60, quando un giorno, a Lugano, comparve un meccanico di moto. Beat Schenker. Divenne meccanico da corsa di Silvio Moser. Un meccanico tuttofare, perfezionista ingegnoso, caparbio e instancabile. Dopo giorni e notti passati lavorando, tanto, e dormendo, poco, nel box di una pista, percorreva ancora centinaia di chilometri con la macchina da corsa trainata su un rimorchio per raggiungere il circuito successivo.

Venne anche il tempo della pazza avventura della Bellasi in Formula 1. Nell’officina di Novara, con Guglielmo che progettava un telaio avveniristico, Beat che criticava e un solo meccanico, realizzarono una macchina bellissima in cui sistemarono un motore usato.

Poi, nel 1974, la tragedia di Monza. Un incidente a un incolpevole Silvio, proiettato verso la vittoria della 1000 km, ne provocò la morte. Schenker si rinchiuse nel dolore coltivando la memoria del suo pilota. Realizzò un sito web nel quale descrisse in quella sua lingua tutta sua le vicende al fianco di Moser, poi tradotte nel libro che gli dedicai cinquant’anni dopo la vittoria della Temporada Argentina del 1964. A una delle ultime «esposauto» ci fu possibile mostrare la Bellasi F1 trovata nel museo di Donington e acquistata da Rosy Moser. Beat diede gelosamente inizio a un restauro che però non volle mai terminare, rifiutandosi di accendere il motore forse per non interrompere l’incantesimo della memoria nel quale si era rifugiato. Beat Schenker, meccanico d’altri tempi dal carattere burbero che svelava l’intima sua gentilezza con quell’affettuoso sorriso che gli abiatici di Silvio strappavano dalla sua sofferta, malcelata solitudine.

Aldo Pessina

Aldo Pessina, uno dei più cari amici di Silvio Moser.

Amico, sostenitore, manager, collaboratore, meccanico, sponsor, copilota e avversario. Aldo Pessina, avendo rivestito quasi tutti questi ruoli e condiviso gran parte delle gesta di Silvio, si è assunto il gradevole compito di fungere da filo conduttore di questa storia incredibile ed appassionante un poco raccontando e molto lasciando dire a quegli amici che hanno voluto condividere questo progetto.

Aldo Pessina

Lugano, 6 settembre 1936 – Lugano, 1 febbraio 2024

  • Nel 1967, insieme all'amico Silvio Moser e al cognato Pablo Foletti, fonda Esposauto. Successivamente, dal 1975 al 1997, continua a organizzare l'esposizione con Clay Regazzoni, altro grande amico. Ricopre il ruolo di direttore sportivo e poi presidente del SAR Ticino e co-direttore della scuderia Jolly Club (Svizzera).
    Aldo, unitamente agli amici di Silvio Moser, realizza il libro intitolato “Silvio Moser pilota indipendente”, non solo una biografia, ma una raccolta per far rivivere il tempo nel quale lui visse lo sport automobilistico.



Un affettuoso ricordo di Jim Moser (figlio di Silvio Moser) - 01/02/2024.

Aldo, uno dei più cari amici di mio padre ci ha lasciato

Cari amici,

Ci troviamo oggi uniti nel dolore per la scomparsa di Aldo, uno degli amici più cari di mio padre e, di conseguenza, una figura significativa anche nella mia vita. La notizia della sua partenza ha lasciato un vuoto immenso nel mio cuore e in quello di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Aldo ha avuto un ruolo fondamentale nel farmi scoprire chi fosse veramente mio padre, non solo attraverso i ricordi e le storie condivise, ma anche grazie al libro che scrisse insieme ad alcuni compagni d'avventura, tra cui Beat Schenker. Quest'opera non solo mi ha permesso di conoscere le gesta di mio padre come uomo e pilota, ma ha anche aperto una finestra su un'epoca di coraggio e di sfide, di cui Aldo è stato protagonista insieme a lui.
La sua capacità di mantenere vivo il ricordo di mio padre mi ha profondamente toccato; Aldo non lo ha mai dimenticato, e io porterò Aldo nel cuore per sempre. La sua figura resterà per me come una guida invisibile, un faro che mi illuminerà nei momenti di dubbio e nelle decisioni importanti della vita.
Con la scomparsa di Aldo, non perdo soltanto uno degli amici più cari, ma noi tutti perdiamo un pezzo vivente di quelle storie leggendarie, quei viaggi avventurosi verso l'Argentina, da cui si tornava non solo con l'animo arricchito, ma anche pieni di coppe e trofei. Era un'epoca di gloria e di sogni condivisi, che oggi ci sembra tanto lontana, eppure così vicina, grazie al ricordo di persone straordinarie come Aldo.
In questo momento di commiato, voglio esprimere la mia gratitudine infinita per tutto ciò che Aldo ha rappresentato per me e per la nostra famiglia. Il suo ricordo vivrà eternamente nei nostri cuori, come simbolo di amicizia vera e di tempi gloriosi che, attraverso la sua memoria, continueranno a ispirarci.

Jim Moser

Amici di Silvio Moser

Amici e personaggi che hanno gravitato attorno a Silvio Moser durante la sua carriera.

Luciano Arnold

Zurigo, 1951

  • Luciano Arnold (classe 1951) è di Zurigo, dove gestisce la carrozzeria Linde, ed era cugino in secondo grado di Silvio Moser. Dal 1971 a tutt’oggi ha corso in diversi campionati fino ad arrivare all’Europeo di F3 del 1977 portando i colori del Silvio Moser Racing Team. Partecipa attualmente a corse di monoposto storiche: la foto lo ritrae nel giugno 2011 alla Coppa Intereuropa Storica sul circuito di Monza nell’abitacolo della Brabham BT 36 F2 ex-Silvio Moser del 1971.



Racconto di Luciano Arnold.

«E la macchina dov’è?»

Devo avere dodici o tredici anni quando un mio compagno di scuola di Schlieren, Freddy Schmid, dice che è andato a vedere la gara in salita di campionato svizzero a Kandersteg con suo cognato e a scuola mi racconta che ha vinto tale Silvio Moser. Ne parlo a tavola durante la cena. Mio padre afferma che ha un cugino che si chiama Silvio Moser e che la famiglia si era trasferita in Ticino già un po’ di tempo prima ma che il legame era stato perso. È mia nonna Maria a trovare il loro recapito e, dopo una telefonata, il contatto è ristabilito.

Tra un racconto e l’altro, ne salta fuori uno proprio tanto bello quanto singolare. La madre di Silvio, Silvia, si mette a disposizione come testimone quando i miei genitori Nelly e Arthur si sposano il 29 maggio del 1948. Papà Moser gestiva ad Altstetten, periferia di Zurigo, un commercio di auto usate. Silvio avrà avuto sette anni. I Moser prestano un’automobile americana che fu pulita a regola d’arte dalla stessa Silvia per portare gli sposi in chiesa. Mentre le signore confabulavano in casa, giunse il momento di scendere per partire, ma la macchina non c’era più. Il piccolo Silvio l’aveva presa e se n’era andato con alcuni amici per campi e prati, ripresentandosi sotto casa dopo diverso tempo. Orrore! Si ripartì per il matrimonio – mamma Silvia arrabbiatissima – e con un gran ritardo e soprattutto un’auto sporchissima fuori e dentro. I miei genitori si sposeranno, ma il ragazzaccio ne sentirà quattro.

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